Sappiamo tutti che ridere ha una funzione distensiva, ristabilisce l’equilibrio interno, presenta la realtà in forma accettabile, toglie la grandezza al superbo e dà coraggio al misero.
L’assenza di riso comporterebbe lo svantaggio di vedere le cose in bianco o in nero e di essere portati a prendere tutto sul tragico e impedirebbe le capacità di tolleranza e adattamento.
Il ridere è un componente fondamentale della vita di ciascun essere umano, tanto importante quanto il sonno, il mangiare, o l’avere affetti significativi intorno a sé.
Il riso è l’effetto spontaneo di qualcosa che deve essere preparato, custodito e allenato costantemente.
Evadere ridendo dai toni grigi del quotidiano permette di “deserializzare la propria esistenza” apportandovi dei mutamenti, facendo riaffiorare la vitalità e i desideri sepolti dal dover essere.
Scoppiare a ridere, rompere la routine giornaliera può aprire nuovi orizzonti. Può aiutarci a vedere i limiti delle nostre norme autoimposte e a guardare al mondo con occhi diversi.
Ed e proprio l’apertura dei nuovi orizzonti e la conseguente azione ispirata e nel contempo emotivamente distaccata dal risultato finale è la via maestra per raggiungere il benessere materiale e spirituale.
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