Atto V: La nostra giustizia
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Descrizione
RICAPITOLANDO: Atto IV è stato letto? Oppressi e Oppressori sono separati dalla Linea? Varie ingiustizie sono state commesse? Allora siete pronti a continuare! –––––––––––––––––––––––––––––––––– Per iniziare metterete tutti un piede...
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Per iniziare metterete tutti un piede sulla Linea che divide il paese: da una parte gli Oppressi, dall’altra gli Oppressori. Poi farete tre passi indietro, allontanandovi gli uni dagli altri. Così creerete uno spazio tra le due file di giocatori. Come un palco. Non giocherete tutti in contemporanea, ma a turno. Ci sarà una scena per ogni Oppressore, ma non è detto che ogni Oppresso verrà coinvolto.
L’Oppressore al limite sinistro della Linea sarà il primo a cominciare. Farà un passo avanti e tutti i suoi Legami dovranno alzare la mano. Se almeno uno dei suoi Legami è dalla parte degli Oppressi, l’Oppressore deve indicarlo e sceglierlo come vittima. Ormai l’odio ha preso il sopravvento anche sull’amicizia di un tempo. Se non c’è nessuno dei suoi Legami tra gli Oppressi, l’Oppressore potrà prendersela con un Oppresso a propria scelta. Mai con un Oppressore.
Chiunque sia, l’Oppresso dovrà fare a propria volta un passo avanti e si ripeterà quanto già accaduto nell’atto IV: l’Oppressore dà l’ordine riportato sulla sua carta oppressore, l’Oppresso obbedisce oppure sceglie qualcun altro che obbedisca al posto suo. Questa volta, però, se l’Oppresso vorrà salvarsi scegliendo un’altra vittima, dovrà indicare uno dei propri Legami. Potrà essere anche un Oppressore, stritolato dai meccanismi dell’odio e passato da carnefice a vittima.
Quindi sul palco immaginario saranno solo in due o in tre alla volta, gli altri assisteranno in silenzio. A meno che uno tra loro decida di intervenire come Giusto. Chiunque potrà farlo, senza distinzioni tra Oppressi e Oppressori, basterà prendere una carta Giusto e seguirne le istruzioni. L’intervento di un Giusto è superiore a ogni altra istruzione: tutti devono ascoltarlo e fare come dice.
Le carte Giusto, però, sono molte meno rispetto alle scene di ingiustizia e una volta finite non sarà più possibile intervenire. Impedire un’ingiustizia che non vi riguarda ridurrà le possibilità che qualcun altro possa fare lo stesso per voi. Intervenire in un caso potrebbe voler dire restare inermi di fronte a uno peggiore. Inoltre è possibile che la carta Giusto esiga un prezzo da pagare per chi l’ha pescata.
Sapendo tutto questo, ne reclamerete una? O preferirete che sia un altro a prendersi la responsabilità?
Una volta conclusa anche la scena dell’Oppressore al limite destro della Linea, tornerete tutti al vostro posto e in completo silenzio prenderete un’ultima decisione. Chiunque vorrà mettere fine all’ingiustizia nel paese alzerà la mano. Non tutti i voti però avranno lo stesso peso: gli Oppressi dovranno alzare una sola mano, gli Oppressori le alzeranno entrambe.
Chiunque vorrà che l’ingiustizia continui eviterà di alzare la mano e la farà abbassare a qualcun altro: gli Oppressi dovranno far abbassare una sola mano, mentre gli Oppressori due.
Se dopo la votazione resterà anche solo una mano alzata, chiunque voglia mettere fine all’ingiustizia potrà strappare la Linea di scotch dal pavimento.
Se invece non resteranno più mani, lascerete la Linea dov’è e dopo un istante metterete fine al gioco.
Non è un voto scontato. Non dovrete decidere con la vostra testa, ma con quella del personaggio che interpretate. Sarà capace di rifiutare l’odio? Si lascerà ispirare dai Giusti o a vincere sarà la paura?
Ascoltate la narrazione e cominciate:
Perché vi racconto questa storia? Forse avrei dovuto pensarci subito, invece di aspettare la fine. Dovete sapere che farmi avanti quando tutti si fanno indietro a me è sempre piaciuto, e mi piace ancora. Questo non vuol dire che ci sia sempre riuscito in vita mia. Nessuno è sicuro di fare la differenza, ma tutti sanno che cantare fuori dal coro ha un prezzo. Chi te lo fa fare di accettare una scommessa del genere? Credo che ognuno di noi abbia una voce dentro, ma anche quando si mette a gridare puoi sempre far rumore per coprirla. Come c’è un’arte di raccontare, solidamente codificata attraverso mille prove ed errori, così c’è pure un’arte dell’ascoltare, altrettanto antica e nobile, a cui tuttavia, che io sappia, non è stata mai data norma. Ascoltare quella voce, ascoltare gli altri, ascoltare storie come questa è il primo passo per fare la cosa giusta.
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A COSA PRESTARE ATTENZIONE: in Atto V è importante mantenere alta la concentrazione ed evitare esitazioni.
Gli Oppressori devono farsi avanti uno dopo l’altro, dal limite sinistro a quello destro della Linea. Seguire l’ordine aiuta a non perdere tempo.
Gli Oppressi devono obbedire o sacrificare un altro, senza cercare scappatoie. Nessuna scena può durare più di un paio di minuti e si deve andare dritti al punto.
Quando si fa avanti un Giusto, tutti devono ascoltarlo. Dovrà improvvisare per adattare la Carta Giusto al contesto, gli altri devono permettergli di farlo.
La votazione e il suo esito sono il culmine del gioco. È importante che si svolgano in silenzio.
Informazioni
Autore | Gariwo, la foresta dei Giusti |
Organizzazione | Gariwo, la foresta dei Giusti |
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