# 7 - Doppio Sogno (con Giulia Giannoni)

10 mar 2023 · 42 min. 49 sec.
# 7 - Doppio Sogno (con Giulia Giannoni)
Descrizione

«Il Suo determinismo come il Suo scetticismo – che la gente chiama pessimismo – la Sua penetrazione delle verità dell'inconscio, della natura istintiva dell'uomo, la Sua demolizione delle certezze convenzionali...

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«Il Suo determinismo come il Suo scetticismo – che la gente chiama pessimismo – la Sua penetrazione delle verità dell'inconscio, della natura istintiva dell'uomo, la Sua demolizione delle certezze convenzionali della civiltà, l'adesione dei Suoi pensieri alla polarità di amore e morte, tutto ciò mi ha commosso come qualcosa di incredibilmente familiare»
(Lettera di Sigmund Freud a Arthur Schnitzler, 14 marzo 1922)

Arthur Schnitzler fu medico, scrittore e drammaturgo nella grande Vienna di fine Ottocento e inizio Novecento, la Vienna di Freud, Klimt, Schiele, Wittgenstein, Musil, Kraus e Schönberg. Travagliato esponente del decadentismo, Schnitzler fu indagatore dell'animo umano e della società borghese, con particolare interesse per la coppia borghese, nei suoi vizi come nelle sue virtù, ma anche nelle sue psicosi, nei suoi dubbi e nelle sue certezze. La sua opera risente molto della curiosità intellettuale per la psicoanalisi e per la tecnica dell'ipnosi, utile a sondare l'inconscio e conoscere in profondità l'uomo, o il paziente, se analizzato dal punto di vista di un medico professionista in un'epoca di grandi progressi scientifici.

Stanley Kubrick rimase folgorato dalla lettura di quest'opera (ed. orig. Traumnovelle, Francoforte 1926; ed. it. Doppio Sogno, Adelphi 1977, tr. di Giuseppe Farese) e riflettè per gran parte della sua carriera sul miglior modo per trasporla su pellicola; ci riuscì solo negli ultimi anni di vita con il capolavoro "Eyes Wide Shut", senza poter mai vedere il prodotto finito, uscito nelle sale tre mesi dopo la sua morte, avvenuta il 7 marzo 1999.

Ne parliamo con Giulia Giannoni, editor e redattrice presso la fondazione Fscire di Bologna.

La citazione letta dalla poetessa Eleonora Giusti (minuto 36:05) è tratta dalle pp. 47 – 49 dell'edizione italiana.
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Autore Andrea Germani
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