44 - Come farsi un'opinione su argomenti difficili
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Descrizione
In questa puntata: COVER - Quanta carne può mangiare il mondo? https://www.ilpost.it/2022/09/06/consumo-carne-sostenibile/ https://ourworldindata.org/emissions-by-sector MALCLIMA - la fine dei grandi fiumi europei https://e360.yale.edu/features/europe-rivers-drought ITALIA - Villetta Barrea: è giusto tagliare gli...
mostra di piùCOVER - Quanta carne può mangiare il mondo?
https://www.ilpost.it/2022/09/06/consumo-carne-sostenibile/
https://ourworldindata.org/emissions-by-sector
MALCLIMA - la fine dei grandi fiumi europei
https://e360.yale.edu/features/europe-rivers-drought
ITALIA - Villetta Barrea: è giusto tagliare gli alberi per evitare che poi brucino?
https://www.corriere.it/opinioni/22_luglio_18/tagliare-alberi-non-previene-roghi-3cce12f0-069d-11ed-baf6-636928468fea.shtml
https://www.rivistasherwood.it/t/gestione/villetta-barrea-taglio-pineta.html
https://www.youtube.com/watch?v=6XoFtoSW3dw
TECH/CURIOSITA’ - L’evento più ecologico del mondo cripto
https://time.com/6193004/crypto-climate-impact-facts/
https://podcasts.apple.com/it/podcast/ciao-cicci/id1618961769
Recentemente alcune ricerche hanno calcolato che un mondo in cui le persone mangiano una piccola quantità di carne sarebbe più sostenibile di un mondo di soli vegetariani.
Parleremo di queste ricerche perché siamo curiosi e aperti a nuove idee, ma prima una premessa. La produzione di cibo provoca ben ¼ delle emissioni di gas climalteranti. Quindi è chiaro che dobbiamo agire fortmente su questo settore per abbassare la temperatura del pianeta come su industria, abitazioni e trasporti. E il cibo che emette di più sono gli allevamenti intensivi dei poveri animali e pesci.
Ora siamo in grado di passare agli studi di cui ho accennato all’inizio.
Si stima che delle terre agricole circa 1/3 sia destinato alle coltivazioni mentre i restanti ⅔ siano costituiti da prati e pascoli per il bestiame. Questi ricercatori dicono che è vero, ma è anche vero che parte di questi pascoli non sarebbero adatta alle coltivazioni. Gli stessi ricercatori fanno notare che i ruminanti con i loro 4 stomaci, riescono a convertire la cellulosa, per noi inutile dal punto di vista alimentare e che è dentro l’erba - lo sapevate? - in carne.
La loro tesi è che possiamo allevare gli animali su terreni che non ospitavano foreste o vegetazioni importanti per rendere la carne sostenibile.
E poi possiamo dare al bestiamo allevato in modo sostenibile gli scarti dei nostri vegetali, la crusca, gli avanzi della macinazione del grano e così via.
Invece se tutti fossero vegetariani dovremmo usare più terre da coltivare con tutti gli impatti dell’agricoltura, i fertilizzanti e i pesticidi. Anche questo è vero in teoria ma ricordiamoci che i ⅔ delle terre agricole sono per gli animali, quindi tolti sfrutteremmo una porzione ben minore di terre per produrre le stesse calorie in forma vegetale.
Altro aspetto che questi studi portano sono i nutrienti presenti nella carne. Che si trovano anche in una dieta vegana, ma una dieta molto, molto attenta e ben bilanciata, cosa che la maggior parte di persone non può seguire, farebbe fatica anche dal punto di vista economico a seguire. Infine fanno presente che esistono società e popolazioni contadine il suo sostentamento dipende dall’allevamento.
Il magazine dell’università di Yale ci racconta dei grandi fiumi europei prendendo ad esempio il danubio è lungo quasi 3000 km dalla foresta nera tedesca al Mar, anche quello Nero della Romania. Come gli altri fiumi europei si è asciugato lasciando lavoratori dei porti, agricoltori, industria dei trasporti fluviali, pescatori, ristoratori e famiglie intere in crisi
Pensate alle esportazioni del preziosissimo grano ucraino, dovevano ridurre il carico a volte per far passare le imbarcazioni sul Danubio a metà della portata prevista. La Romania ha ridotto l’idroelettrico di ⅓. In Francia dove hanno il nucleare e sono molto meglio equipaggiati contro il taglio del gas russo hanno dovuto spegnere alcune centrali perché non si riusciva a raffreddarle a dovere. Sempre parlando di energia, è stato più complicato trasportare il carbone.
Sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo che racconta che a Villetta Barrea, in Abruzzo ecco perché ne parlo perché io sono abbruzzese, stanno per tagliare quasi 4.000 alberi perché? Per evitare il fuoco. Il titolo dell’articolo è “Tagliare gli alberi non previene i roghi”, lo ha scritto Dacia Maraini.
Questa cosa non sempre vera.
3410 alberi «intervento preventivo di incendi»
C’è un appello firmato da molti importanti responsabili di parchi e studiosi accademici contrari a questi tagli. La conclusione di Dacia Maraini: se il 99% degli incendi è di natura dolosa, perché invece non investire in maggiori controlli e fare lì la prevenzione? Impianti di sorveglianza, personale.
Poi su rivistasherwood risponde Luigi Torreggiani
Per iniziare spiega bene l’oggetto del contendere che riguarda un progetto selvicolturale con finalità antincendio dal Parco e finanziato dall'ex Ministero dell'Ambiente.
Si tratta di una zona critica, molto frequentata e io vi posso assicurare che è così perché è un posto bellissimo dove volevo andare anche quest’estetate ma non ci sono riuscito, in più l’intervento è previsto in un’area prossima agli abitati che aggiungono un elemnto in più di rischio incendio.
Non possiamo paragonare il taglio delle foreste in indonesia o in brasile con un intervento selvicolturale di questo tipo. Sarebbe come criticare l’uso di plastica monouso per gli strumenti ospedalieri e citare i miliardi di bottiglie di soda che finiscono negli oceani.
Non è vero che il 99% degli incendi sia di natura dolosa. Secondo la protezione civile nel 2001 il 60% era doloso, il 34% colposo e il 4% dubbio. Quindi è quasi sempre colpa nostra, ma al massimo nel 64% dei casi è intenzionale. Oltretutto i casi di incendi provocati dall’uomo senza volerlo sono in aumento. I controlli sì ma non è che puoi controllare tutti i turisti montani.
1. che sono le cripto valute - 2. quanto e se è vero che inquinano - 3. cos’è sto “The Merge”, cioè la notizia di oggi.
Che sono le criptovalute.
I casi sono due: o non lo sapete, oppure lo sapete ma riascoltare la spiegazione su un argomento così fa sempre piacere. Le monete “Fiat” sono quelle per cui una banca centrale dice: ragazzi, io stampo le banconote e voi vi fidate di me che hanno il valore che io dico e che posso modificare nel tempo.
Ho l’esempio perfetto di questo discorso: pochi giorni fa la Banca Centrale Europea ha effettuato il più alto tasso d’interessi della storia dell’Euro! Ovvero sta modificando il valore dell’Euro, dei soldi che lei stampa ma che appartengono a noi. Il motivo è che la BCE deve frenare l’inflazione al 9%, che è tantissimo. Ci sono tanti effetti pratici sulle nostre vite, ad esempio chi ha scelto di pagare un mutuo con la propria banca a tasso variabile adesso avrà aumenti fino al 40%! Un salasso!
Noi tutti decidiamo di dare questo potere alle banche centrale perché loro mantengano la stabilità economica, sennò qua torniamo al far west.
Però c’è chi non ci sta.
È così che certi gruppi di esperti sviluppatori anarchici hanno inventato le criptovalute. Sono valute digitali, cioè non le stampiamo in banconote e monete, sono una stringa di numeri che vive nella rete dei computer. La differenza rivoluzionaria è che la garanzia delle transazioni e che la moneta abbia un valore da spendere non è dato da una entità centrale, un governo oppure una banca ma dalla rete dei computer di chi usa il bitcoin. Ogni volta che io invio un pagamento in bitcoin questo viene scritto su un registro lunghissimo che ha tutti i bitcoin, chi li ha posseduti, chi li ha stampati anzi estratti e da a chi sono passati. Non basta hackerare i server di una banca per rubarli perché quella informazione è condivisa dalla rete dei miners. E il valore dipende dall’andamento dei bitcoin dalla rete e non potrà essere sintonizzato a piacere da una tizia che si chiama Cristine Lagarde. Ecco la rivoluzione.
Quanto è se è vero che inquinano.
Le cripto le usano per comprare le droghe, le armi, non si sa che altro, la mafia e la camorra ma di tutte queste critiche una è quella che interessa a me davvero, ed è il loro impatto ecologico. Quando il bitcoin è nato, estrarre dall’algoritmo le prime valute digitalmente e registrare le transazioni richiedevano poca potenza di calcolo, che però è aumentata esponenzialmente con l’aumentare dei bitcoin. Per farla breve oggi i bitcoin consumano 200 TWh/yr, più della tailandia. Quindi secondo voi è più importante spegnere il gas della pasta cinque minuti prima o vietare un utilizzo sconsiderato delle risorse del pianeta solo per fare le cripto che sono un giochino da smanettoni invasati?
I cripto investitori, i miners, sta genta qua non la pensa così. Secondo loro l’energia usata per i bitcoin non è sprecata, ma trasformata, in alcuni casi si recupera l’energia in eccesso. A me sembra un po’ un arrampicarsi sugli specchi. E poi, dicono, spinge l’adozione delle rinnovabili. Cioè qua invece di decrescere siamo arrivati al punto che è meglio consumare così poi si velocizza la transizione. Mah… sarò io che vivo su un altro pianeta, questo non mi somiglia più così tanto.
Ora usciamo dal bar dello sport e proviamo a verificare se qualcuno ha calcolato ste cose.
Uno studio ci dice che la rete dei Bitcoin usava circa il 42% di energia rinnovabile che poi è scesa al 25% nell’agosto del 2021. CHE E SUCCESSO NEL 2021. Ecco, se ascoltassi Che clima fa best ecology podcast ever lo sapresti. Vabbè te lo repetita iuvant. È successo che la Cina ha detto no ai cripto miners. Quindi tanti minatori digitali si sono trasferiti.
Informazioni
Autore | Daniele Federico |
Organizzazione | Daniele Federico |
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