3' grezzi Ep. 381 "La Voce Umana" di Cocteau
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Descrizione
Una donna sola, di notte, in una stanza d'albergo, parla al telefono. LINK & TRASCRIZIONE (ENG translation below) Sono ancora completamente afona, quindi dovrete resistere ancora qualche giorno con la...
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Sono ancora completamente afona, quindi dovrete resistere ancora qualche giorno con la voce artificiale.
Sì, oggi è il terzo giorno che mi sveglio e non riesco a parlare, non riesco nemmeno a schiarirmi la gola. Ringrazio ancora una volta la tecnologia che mi permette di usare questo programma che trasforma il testo in voce, e nemmeno tanto male la voce, non credete?
Ieri il mio amico Alessio mi ha mandato un messaggio a mezzanotte per chiedermi come si concilia il mantra dei tre minuti grezzi, tutti sempre rigorosamente improvvisati davanti al microfono, con il fatto che da quando ho perso la voce sto 'scrivendo' più che parlando. Non preoccuparti Alessio, improvviso anche davanti alla tastiera e non faccio correzioni, né al testo né all'audio, devi credermi sulla parola.
Certo che questa storia della voce è veramente una tortura, anche perché spesso gli altri, per carità in buonissima fede, non si rendono conto di quanto sia difficile NON rispondere quando ti fanno domande, e loro le domande continuano a farmele, tipo mia madre che mi chiama al telefono per chiedermi che cura mi ha dato il medico, e valle a spiegare che la cosa più importante di tutte e l'assoluto silenzio e che per dirle cosa mi ha dato il medico dovrei invece parlare.
In questi tre giorni di silenzio totale mi è tornato in mente un film in bianco e nero che ho visto quando ero bambina, quando la televisione aveva solo un canale, e il lunedì era la serata in cui facevano il film. Me lo ricordo benissimo, mi aveva molto colpito questo film, perché era diverso da quelli che mandavano di solito.
Prima di tutto, il film era ambientato completamente in una stanza, credo fosse una stanza d'albergo, e per tutto il film si vedeva solo una donna che faceva una lunghissima telefonata, seduta sul letto, si attorcigliava il filo del telefono tra le dita, poi camminava per la stanza e gridava, piangeva, e non si vedeva mai chi c'era dall'altra parte del telefono.
Un’altra cosa che mi colpì fu che la donna era Anna Magnani, un’attrice che ero abituata a vedere interpretare il ruolo della madre, della borgatara, mentre non l’avevo mai vista interpretare una cosa così diversa, tanto teatrale, anche se all’epoca non ero mai stata a teatro e non avevo idea di cosa significasse la parola ‘teatrale’, però avevo capito istintivamente che era una cosa diversa dalle altre, e aveva catturato tutta la mia attenzione.
È solo molti anni più tardi, da adulta, che sono riuscita a recuperare quel film in bianco e nero così strano che mi aveva così colpito da bambina. Si trattava di un film a episodi, e l’episodio con Anna Magnani era diretto da Roberto Rossellini, tratto da un racconto di Jean Cocteau. Era la storia di una donna che parlava al telefono con il suo amante che l’indomani avrebbe sposato un’altra.
Sia benedetta la vecchia televisione di stato che ogni lunedì ci faceva vedere un capolavoro.
ENGLISH TRANSLATION
I'm still completely voiceless, so you'll have to endure a few more days with the artificial voice.
Yes, today is the third day that I wake up and I can't talk, I can't even clear my throat. Thanks once again to the technology that allows me to use this program that transforms text into voice, and the voice isn't that bad either, don't you think?
Yesterday my friend Alessio sent me a message at midnight to ask me how do I reconcile the mantra of the three raw minutes [this podcast], always rigorously improvised in front of the microphone, with the fact that since I lost my voice I've been 'writing' more than speaking. Don't worry Alessio, I also improvise in front of the keyboard and I don't make corrections, neither to the text nor to the audio, you have to take my word for it.
Of course this business with the voice is truly torture, also because often the others, for heaven's sake in very good faith, don't realize how difficult it is NOT to answer when they ask you questions, and they keep asking me the questions, like my mother who calls me on the phone to ask me what treatment the doctor has given me, and try on to explain her that the most important thing of all is absolute silence and that to tell her what the doctor has given me, I should instead speak.
In these three days of total silence I remembered a black and white movie that I saw when I was a child, when television only had one channel, and Monday was the night when they showed a movie. I remember it very well, I was very impressed by this movie, because it was different from the ones they usually broadcast.
First of all, the movie was set completely in one room, I think it was a hotel room, and the whole movie was just a woman making a very long phone call, sitting on her bed, twisting the phone cord between her fingers, then she would walk around the room and scream, cry, and you would never see who was on the other end of the phone.
Another thing that struck me was that the woman was Anna Magnani, an actor I was used to seeing play the role of the mother, the working class woman, while I had never seen her play something so different, so theatrical, even if at the time I had never been to the theater and I had no idea what the word 'theatrical' meant, but I instinctively understood that it was different from the others, and it had captured all my attention.
It was only many years later, as an adult, that I was able to recover that strange black and white film that had so impressed me as a child. It was a drama anthology film, and the episode with Anna Magnani was directed by Roberto Rossellini, based on a story by Jean Cocteau. It was the story of a woman who spoke on the phone with her lover who would marry someone else the next day.
Blessed be the old state television that showed us a masterpiece every Monday.
Informazioni
Autore | M. Cristina Marras |
Organizzazione | M. Cristina Marras |
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