3' grezzi Ep. 259 Architettura per l'inganno

19 set 2021 · 3 min.
3' grezzi Ep. 259 Architettura per l'inganno
Descrizione

Villaggi per la demenza, ovvero inganno e architettura, ovvero quando l'architettura si sostituisce alla realtà, per aiutare le persone che non riescono più a trovarsi all'interno della realtà. Villaggi fittizi...

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Villaggi per la demenza, ovvero inganno e architettura, ovvero quando l'architettura si sostituisce alla realtà, per aiutare le persone che non riescono più a trovarsi all'interno della realtà. Villaggi fittizi per aiutare chi soffre di Alzheimer's e demenza.

LINK
Deception and Design: The Rise of the Dementia Village
https://www.e-flux.com/architecture/treatment/410336/deception-and-design-the-rise-of-the-dementia-village/

TESTO TRASCRITTO (English below)
Che l'architettura abbia un impatto sul modo in cui si sente chi questa architettura la vive o la traversa è fuori dubbio. Pensate un po' come ci si sente quando si entra in una chiesa, coi soffitti alti i vetri gotici, ci si sente piccoli davanti al cospetto dell'ignoto. Questa è un po' la filosofia che è stata seguita per la costruzione dei villaggi per le persone che soffrono di demenza e Alzheimer's. Questi villaggi nei Paesi Bassi, che io sappia sono solo per il momento, e usano proprio l'architettura non per guarire, perché di queste malattie non si guarisce (non ancora) però per far sì che le persone che ne soffrono stiano meglio. Pensate com'è, come confonde l'architettura degli ospedali tradizionali: tante stanze, tutte uguali, messe in fila, con mobili uguali all'interno, che anche una persona che non ha la demenza si confonde e non sa mai bene da che parte andare. Ecco, invece questi villaggi sono dei veri e propri villaggi, si ispirano all'architettura preindustriale, dove c'erano delle case costruite in circolo, non c'erano molte auto in giro, in questi villaggi per la demenza non ce ne sono per niente, tutta pedonale, ci sono però supermercati, piccoli negozi, c'è parrucchiere, ci sono tutte le cose di cui una persona può avere bisogno, e si sfrutta il potere curante che l'architettura ha per farci sentire al posto giusto. Perché questo fondamentalmente è quello che manca alle persone che soffrono di demenza che hanno questo scarto tra la realtà della loro mente invece la realtà che li circonda, e sono spesso circondati da persone che continuano a ripetere, non tuo marito non c'è, tuo marito è morto 30 anni fa. Questo non si fa all'interno dei villaggi per la demenza, si assecondano le... non posso nemmeno chiamarle 'fantasie' perché nella mente di chi le ha sono la loro realtà, quindi si asseconda quello che dice il paziente. Addirittura ci sono delle fermate dell'autobus, dove la gente può mettersi lì ad aspettare l'autobus - che naturalmente non passerà mai - però hanno così il modo di riorientarsi e calmarsi magari se erano agitati. Questo rientra un po', appunto nella filosofia che l'architettura può aiutarci a stare meglio e a muoverci all'interno degli spazi in modo più, diciamo in un modo che ci calma e ci fa sentire a nostro agio. Una cosa interessante è che questi villaggi anzitutto hanno tutti nel nome la parola 'villaggio' e poi si ispirano ai villaggi preindustriali anche se la maggior parte delle persone poi ci va ad abitare non ha mai vissuto in un villaggio, per cui si cerca quasi di soddisfare una nostalgia per un posto nel quale si vorrebbe stare, che però non esiste appunto se non nella nostra mente. Sì proprio come nel Truman Show.

ENGLISH TRANSLATION
There is no doubt that architecture has an impact on the way in which those who experience or go through it, feel. Think about how it feels when you enter a church, with high ceilings and gothic glass, you feel small in front of the unknown. This is a bit the philosophy that has been followed for the construction of villages for people suffering from dementia and Alzheimer's. These villages in the Netherlands, that I know of are the only once for the moment, they use architecture not to heal, because these diseases are not cured (not yet) but to make the people who suffer from them feel better. Think how it is, how it confuses the architecture of traditional hospitals: so many rooms, all the same, lined up, with the same furniture inside, that even a person who does not have dementia gets confused and never knows which way to go. Here, instead, these villages are real villages, they are inspired by pre-industrial architecture, where there were houses built in circles, there were not many cars around, in these villages for dementia there are none at all, just pedestrian, but there are supermarkets, small shops, there is a hairdresser, there are all the things a person may need, and the healing power that architecture has to make us feel in the right place is exploited. Because this is basically what people suffering from dementia lack, they have this gap between the reality of their mind and the reality that surrounds them, and are often surrounded by people who keep repeating, no, your husband is not there, your husband died 30 years ago. This is not done inside the villages for dementia, they indulge the ... I can't even call them 'fantasies' because in the mind of those who experience them, they are their reality, so you go along with what the patient says. There are even bus stops, where people can sit and wait for the bus - which of course will never come by - but in this way, they have a way to readjust themselves and calm down if they were agitated. This is part of the philosophy that architecture can help us feel better and move within spaces more, let's say in a way that calms us and makes us feel at ease. An interesting thing is that all these villages have the word 'village' in the name, and that they are inspired by pre-industrial villages, even if most of the people who go to live there have never lived in a village, so they almost there to satisfy nostalgia for a place in which one would like to be, which however does not exist except in our mind. Yes just like in the Truman Show.
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Informazioni
Autore M. Cristina Marras
Organizzazione M. Cristina Marras
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