23 - I recuperanti: fatiche tra le nuvole_ep.6_fine

16 gen 2023 · 54 min. 43 sec.
23 - I recuperanti: fatiche tra le nuvole_ep.6_fine
Descrizione

Una marea di ferraglia abbandonata, inerte e pericolosa inquinava i territori che fecero da teatro agli scontri della grande guerra. Ma mentre in pianura il recupero poteva essere affidato con...

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Una marea di ferraglia abbandonata, inerte e pericolosa inquinava i territori che fecero da teatro agli scontri della grande guerra.
Ma mentre in pianura il recupero poteva essere affidato con relativa semplicità a reparti speciali o a ditte autorizzate, sulle montagne i protagonisti furono specialmente locali e forestieri dalle vallate adiacenti. Le zone impervie resero incredibilmente faticoso e difficoltoso il recupero di tutto quello che era stato abbandonato, cadaveri compresi.
Le ditte salivano con i camion per la pesa e l’acquisto dei materiali, indispensabili al settore industriale per cominciare a trainare di nuovo l’economia. Ma dei primissimi recuperanti, indispensabili tanto all’Italia quanto alle loro ristrette comunità rurali, il tempo ne sta offuscando le storie ma non le memorie.
Affascinanti non solo per una professione audace, delicata e pericolosa ma anche per il valore che diedero alle loro esistenze; cresciuti nella fatica e nella sofferenza, in diverse testimonianze viene riportato come - in fin dei conti - vivessero felici con il nulla che avevano. Un messaggio che impone obbligatoriamente una riflessione, che spinge verso l’esigenza di fermarsi senza darsi un tempo, perché ne abbiamo diritto, assaporando meglio una vita scandita da un ritmo - fin troppo veloce - a cui non si riesce a dare valore.
Per costruire il futuro, ma anche per godersi il presente, e` necessario fare i conti con il passato; questo e` il messaggio dei recuperanti che, invece, sono rimasti e rimangono ai margini della storia.

Nella seconda domenica di gennaio 2023, sotto a una delle poche nevicate della stagione, parcheggio la macchina sotto al Sass de Stria.
La neve cade lenta e il cielo ha quel colore grigio bianco che sa di vacanze.
Il vento non soffia ancora, il passo e` deserto.
La funivia del Lagazuoi scandisce il tempo come un gigantesco pendolo, poi scompare dietro alle nuvole che risalgono dalle vallate.
Non si vede nulla, anche le Tofane sembrano intimidirsi dietro alle nubi che adesso sono veramente basse. Corrono veloci e avvolgono tutto in un abbraccio freddo che cancella ogni punto di riferimento.
Ho appuntamento con Loris Lancedelli al forte Tre Sassi, il suo museo dedicato alla grande guerra, in cui lo sfiancante lavoro dei recuperanti e` vivo e tangibile.
Apro la porta per l’ultima intervista di questa serie.
Il viaggio partito dall’Altopiano di Asiago, con l’esplosione del 1974, si conclude in Dolomiti.
Sotto una nevicata che si fa sempre più fitta e con il vento che adesso spinge forte.

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Autore Sebastiano Frollo
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