18 - I recuperanti: il boato_ep.1

12 dic 2022 · 28 min. 34 sec.
18 - I recuperanti: il boato_ep.1
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Lunedì 25 febbraio 1974 - Asiago, Vicenza. È una mattina come quella di tante altre, con il fumo dei camini che si alza dai tetti delle case ancora ghiacciati dalla...

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Lunedì 25 febbraio 1974 - Asiago, Vicenza.

È una mattina come quella di tante altre, con il fumo dei camini che si alza dai tetti delle case ancora ghiacciati dalla notte.
Una patina che luccica non appena il sole si alza fin sopra l’ultimo dente delle montagne, quando ha la forza di illuminare le prime case che si staccano dal bosco.
Sono passati 56 anni dalla fine della prima guerra mondiale, 29 dalla seconda.
Eppure, nei paesi in prossimità del fronte Italo-austroungarico, gli strascichi di quegli eventi sono ancora tangibili in chi è rimasto.
È stato ricostruito un intero territorio che ha sofferto la violenza dei bombardamenti e ulteriormente colpito dall’avanzata dell’esercito avversario fin dentro le case.
In molti sono stati costretti a emigrare giù dall’Altopiano, accompagnati dall’incertezza per un futuro difficile da immaginare.
Quando poi dai calamai si attinse l'inchiostro per siglare la pace, chi era fuggito cominciò a tornare nei paesi dove aveva lasciato tutto. I più fortunati trovarono le case ancora in piedi, gli altri non riconobbero nemmeno più il terreno.
Il territorio del fronte cambiò, sconquassato dalle deflagrazioni delle bombarde, dai proiettili d’artiglieria shrapnel, colpi di cannone, mine e tubi di gelatina pronti a far saltare in aria strade e reticolati avversari.
Nel giornale “L’Unità” ancora caldo dalla stampa ma rinfrescato dalla fresca mattinata invernale, un articolo titolava : “Erano gli ultimi “recuperanti” per hobby i sette dilaniati dalla gelatina ad Asiago”.
Alle ore 16:45 di sabato 23 febbraio, si verificò uno degli ultimi incidenti che coinvolse non solo i recuperanti ma anche chi si trovava nelle vicinanze di un’imponente deflagrazione.

Contatto mail: andataeritorno.podcast@gmail.com

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Autore Sebastiano Frollo
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