«Esaminando i risultati delle molte indagini condotte sulla popolazione dell'isola di Creta, ho notato che i centenari sono particolarmente frequenti tra i contadini, la cui colazione è spesso costituita soltanto da un bicchiere d'olio d'oliva»
(Ancel Keys)

“How to Eat Well and Stay Well, the Mediterranean Way” è un saggio del 1975 (ed. Doubleday), frutto di un impressionante lavoro di ricerca che comincia, quasi per caso, negli anni Cinquanta. Nel secondo dopoguerra il medico americano Ancel Keys intraprese un lungo viaggio nell’Italia meridionale, dopo essersi confrontato con dei colleghi italiani su alcuni dati di statistica medica che a lui suonavano particolarmente strani. Dalla lunga permanenza entro piccole comunità in Calabria e Cilento, assieme alla moglie e collega Margaret, nacque un’idea meravigliosa che ancora oggi è alla base del modo di mangiare (e, più in generale, di vivere) dei popoli che abitano il Sud-Europa.

La “Dieta Mediterranea” è la conseguenza di secoli di incontri, e scontri, culturali, e gastronomici, fra popoli diversi che per secoli si sono contesi il “Mare Nostrum”? Interessa solamente prodotti e saperi locali? In sintesi, è una questione tutta mediterranea? In questa puntata cercheremo di affrontare queste e altre domande.

Per rispondere abbiamo invitato Riccardo di Deo, divulgatore e nutrizionista.

Le letture della poetessa Eleonora Chiara Giusti (minuto 44:53) sono tratte dalle pp. 57-58 dell'edizione italiana (Ancel e Margaret Keys, La Dieta Mediterranea. Come mangiare bene e stare bene, Slow Food, 2017).