05 - Bianco Anfora | Lammidia | Villa Celiera PE
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Descrizione
Con questa puntata rimaniamo in Italia e ci spostiamo un po’ più verso sud rispetto alle puntate precedenti, siamo in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso, e la cantina,...
mostra di piùIl vino che degustiamo oggi è uno dei loro più conosciuti, il Lammidia Anfora Bianco ed è stato scelto proprio per la particolarità del contenitore utilizzato per produrre questo vino. L’anfora è un contenitore antico, il primo che l’uomo ha utilizzato per fare il vino, che veniva usato dai greci e romani fino a quando in Francia è stata introdotta la botte di legno principalmente per una comodità di trasporto dato che le botti non si rompevano e potevano anche essere fatte rotolare. L’anfora comunque in alcune zone del mondo come la Georgia è rimasta come contenitore tradizionale e negli ultimi anni questa tradizione si è riscoperta anche grazie a nuovi materiali e alla volontà di sperimentazione di molti produttori tra cui molti italiani che partendo dal Friuli si sta diffondendo in tutta la penisola.
E’ un contenitore interessante perché ha una porosità che permette di far passare un po’ di ossigeno, è più neutro rispetto al legno, specialmente quello nuovo, dato che non ha tannini da cedere e molto più duraturo. Inoltre l’anfora viene costruita e per questo c’è molta più libertà sullo spessore, grandezza, e soprattutto composizione della terracotta utilizzata permettendo una maggiore flessibilità e customizzazione in funzione delle necessità.
Il vitigno utilizzato per questo vino è uno dei più diffusi a livello italiano, il trebbiano, qua proposto nella versione abruzzese. L’uva è stata direttamente fermentata in anfora, i grappoli dopo la pressatura sono stati lasciati nell’anfora per tre settimane a macerare sulle bucce. Successivamente le bucce vengono tolte e pressate per estrarre tutto il succo, il vino poi rimane in affinamento dentro l’anfora ancora per 10 mesi per essere poi imbottigliato nell’autunno successivo alla vendemmia
Alla vista il colore è molto intenso, dorato carico, tendente all’arancio come ci si aspettava dalle tre settimane di macerazione, abbastanza limpido, solo una leggera velatura per l’assenza di chiarifica e filtrazione.
Al naso notiamo subito tutti gli aromi legati alla macerazione, dal miele alla pesca gialla tra il maturo ed il sotto spirito, poi leggere note di vegetali e per finire la parte minerale dal calcare e la sabbia calda. Presente ma molto ben integrata una leggerissima nota volatile che aiuta sicuramente l’espressione degli aromi.
In bocca è intenso e potente, si sentono i tannini e nel retroolfatto è possibile riconoscere un aroma aggiuntivo non presente al naso ossia la parte agrumata, principalmente legata all’arancia.
Se si volesse provare ad ipotizzare un abbinamento con il cibo riteniamo si possano azzardare abbinamenti in soliti come la carne o il formaggio stagionato perché riteniamo possano sopportarli egregiamente.
Luca Donzelli e Simone Morano
https://www.instagram.com/archivino.it
Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast
Brani utilizzati
Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430
Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/
Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/
Fonte: YouTube Media Library
Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
Informazioni
Autore | Luca Donzelli Architetto |
Organizzazione | Luca Donzelli Architetto |
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