C'è un personaggio che lega la sua storia inevitabilmente alla kermesse in Liguria e il suo nome Luigi Tenco. Per la puntata di oggi vi vogliamo parlare di lui e di un suo brano datato 1965, ossia "Vedrai, Vedrai"; è una canzone del cantautore di Cassine, in Piemonte, morto proprio in occasione di un Festival a Sanremo nel 1967, la cui scomparsa ancora oggi in qualche modo non convince del tutto, quanto meno per la tesi del suicidio. Ecco che il brano protagonista oggi con l'arrangiamento di Ezio Leoni, faceva parte dell'album "Luigi Tenco", quindi omonimo, inciso per la Jolly Hi-Fi Records; aveva l'accompagnamento al pianoforte di Ruggero Cini, ma anche del pianista jazz Renato Sellani per risolvere, diciamo così, e migliorare le armonie del brano. Quanto al testo, Tenco lo aveva dedicato alla madre, che l'aveva cresciuto da sola e che avrebbe forse voluto per lui un avvenire sicuro; e la preoccupazione dell'artista era proprio quella di averla delusa perché aveva scelto e intrapreso la strada artistica, musicale, a suo dire anche senza troppo successo e riscontri. Chissà che cosa avrebbe pensato quindi, sapendo che oggi porta il suo nome uno dei massimi riconoscimenti musicali, appunto, la "Targa Tenco". Lui, che insieme a Fabrizio De Andrè, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi, Giorgio Calabrese e anche altri, fu uno degli esponenti della cosiddetta "scuola genovese", questo gruppo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana a partire dagli anni 60. Alcuni critici lo considerano persino uno dei più grandi e talentuosi cantautori italiani di tutti i tempi. Purtroppo la sua storia, oltre che la sua carriera, sono segnati da questa fine prematura, il suicidio avvenuto a soli 28 anni in un albergo a Sanremo durante l'edizione del 1967................
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