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La febbre delle terre rare prorompe dal tunnel e riapre la miniera dismessa

Il bisogno di minerali in un’economia dual sbilanciata in un’economia di guerra verso i bisogni dell’industria bellica condivide la devastazione della riapertura di vecchi siti minerari con la necessità anche di trasferirne i prodotti e speculare su grandi opere nocive, per le quali la legislazione prevede la stessa tutela richiesta dalla promozione dei nuovi sondaggi minerari, fondate su un nuovo ordine repressivo. E questo nuovo ordine ce lo chiede l'Europa con il Green Deal, cui subito ha risposto diligente Pichetto Fratin, ottenendo (fi)brillazioni positive tra gli ingegneri minerari e riscuotendo un successo in borsa tra le multinazionali australiane e canadesi, che regolano il mercato dell’estrattivismo globale.
Ma tra le pieghe dell’analisi del processo in corso scaturisce un’inquietante serie di comunanze tra l’imposizione di Grandi Opere nocive e rinnovata attenzione per miniere devastanti, ancorché decotte e senza possibilità di risultare concorrenziali con le tecnologie cinesi; eppure la ribellione doverosa e tardiva del Sud del mondo allo sfruttamento delle proprie risorse spinge la Fortezza Europa che svolta a destra a rifugiarsi nell’autarchia delle proprie miniere dismesse.
Per documentare questi processi il Collettivo Escombrera ha raccolto indagini, analisi, documentazione in questo libro e incontrato i redattori di Radio NoTav proprio riconoscendo la comunanza delle lotte.