Fcei e Diaconia Valdese nella rete di accoglienza di profughi palestinesi
6 feb 2024 ·
6 min. 26 sec.
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Sono arrivate lunedì 5 febbraio al porto di La Spezia, in Liguria, 62 persone, profughi palestinesi che saranno accolti in Italia grazie alla rete che vede presenti anche la FCEI,...
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Sono arrivate lunedì 5 febbraio al porto di La Spezia, in Liguria, 62 persone, profughi palestinesi che saranno accolti in Italia grazie alla rete che vede presenti anche la FCEI, Federazione delle chiese evangeliche in Italia e la Diaconia Valdese.
Si tratta soprattutto di nuclei familiari scappati da Gaza, con minori bisognosi di cure mediche e sanitarie specifiche.
Abbiamo raggiunto Federica Brizi, responsabile corridoi umanitari e accoglienza per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, durante il viaggio in pulman verso Roma, dove, ci spiega, "un piccolo numero delle persone arrivate che non ha familiari che necessitano di cure immediate andrà nelle strutture di accoglienza della Federazione".
La Fcei lavora da anni ormai nella rete di organizzazioni che promuovono i corridoi umanitari "Siamo stati interpellati proprio in virtù della collaborazione già strutturata e dell'esperienza messa in atto - ribadisce Federica - ma in questo caso si tratta di un'operazione più emergenziale rispetto al meccanismo dei corridoi umanitari. L'aspetto di urgenza è rappresentato dal bisogno sanitario, di cure mediche necessarie soprattutto per bambini e bambine".
E mentre si ribadisce la richiesta per un immediato cessate il fuoco, si provano a costruire, pazientemente e con grande delicatezza, legami di aiuto e di fiducia "Una cosa che ci ha colpiti in modo particolare è stato il rimando al fatto che, come palestinesi, sentono molto la vicinanza della popolazione occidentale alla loro situazione" conferma Federica.
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Si tratta soprattutto di nuclei familiari scappati da Gaza, con minori bisognosi di cure mediche e sanitarie specifiche.
Abbiamo raggiunto Federica Brizi, responsabile corridoi umanitari e accoglienza per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, durante il viaggio in pulman verso Roma, dove, ci spiega, "un piccolo numero delle persone arrivate che non ha familiari che necessitano di cure immediate andrà nelle strutture di accoglienza della Federazione".
La Fcei lavora da anni ormai nella rete di organizzazioni che promuovono i corridoi umanitari "Siamo stati interpellati proprio in virtù della collaborazione già strutturata e dell'esperienza messa in atto - ribadisce Federica - ma in questo caso si tratta di un'operazione più emergenziale rispetto al meccanismo dei corridoi umanitari. L'aspetto di urgenza è rappresentato dal bisogno sanitario, di cure mediche necessarie soprattutto per bambini e bambine".
E mentre si ribadisce la richiesta per un immediato cessate il fuoco, si provano a costruire, pazientemente e con grande delicatezza, legami di aiuto e di fiducia "Una cosa che ci ha colpiti in modo particolare è stato il rimando al fatto che, come palestinesi, sentono molto la vicinanza della popolazione occidentale alla loro situazione" conferma Federica.
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