Decreto Ristori: il nuovo contributo per le attività in crisi

30 ott 2020 · 9 min. 1 sec.
Decreto Ristori: il nuovo contributo per le attività in crisi
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È stato pubblicato lo scorso 28 ottobre in Gazzetta Ufficiale il DL 137/2020, cd Decreto Ristori, che prevede un nuovo contributo a fondo perduto al fine di sostenere gli operatori...

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È stato pubblicato lo scorso 28 ottobre in Gazzetta Ufficiale il DL 137/2020, cd Decreto Ristori, che prevede un nuovo contributo a fondo perduto al fine di sostenere gli operatori dei settori economici direttamente compromessi dal D.P.C.M. del 24 ottobre 2020 e strettamente individuati attraverso i codici ATECO elencati nell’allegato 1 del Decreto.

A quanto ammonterà il ristoro a fondo perduto?

Con la finalità di procedere ad una rapida erogazione delle somme spettanti ai contribuenti beneficiari, il DL 137/2020 ha voluto mantenere quale parametro di base per il conteggio quanto già riconosciuto con il contributo a fondo perduto previsto dal precedente decreto “Rilancio” (DL 34/2020), riconoscendo lo stesso importo del precedente, sul quale però si applicano nuove percentuali stabilite dal D.L. n.137/2020.

Le percentuali, sempre contenute nell’allegato 1 del decreto, differiscono a seconda dell’attività esercitata in ragione del presumibile maggiore o minore danno derivante dalle misure restrittive introdotte con il D.P.C.M. 24 ottobre 2020 per contenere la diffusione dell’epidemia “Covid-19”.

Esempio: ipotizzando che un bar (codice Ateco 56.30.00) avesse avuto diritto al contributo a fondo perduto di cui al DL 34/2020 pari a 3.000 euro, avrà ora diritto a 4.500 euro pari all’importo precedente per 150%, ossia la percentuale indicata dall’Allegato 1 del DL137/2020 prevista per le attività di “Bar e altri esercizi simili senza cucina”; se fossimo invece in presenza di un esercente attività di ristorante, il contributo salirebbe ad euro 6.000, in quanto la percentuale per “Ristorazione con somministrazione (cod. Ateco 56.10.11)” è pari al 200%.

Requisiti e modalità di erogazione

Per accedere al nuovo contributo, il contribuente deve verificare di essere in possesso dei requisiti di base, ovvero, come previsto dall’art. 1 del D.L. 137/2020:

Partita IVA attiva alla data del 25 ottobre 2020 (e non aperta dopo tale data);
Esercizio di attività prevalente rientrante nei codici ATECO della tabella 1 allegata al Dl 137/2020;
Ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Sempre in linea con l’agevolazione precedente, per i soggetti con attività avviata dal 1° gennaio 2019, tale requisito non è richiesto e il contributo spetterà nella misura minima prevista.

Le modalità di erogazione delle somme viaggiano invece in un doppio binario con modalità e tempi differenti a seconda che si tratti di un contribuente che ha già presentato la domanda per il contributo precedente oppure no, tenuto conto che oro c’è una vasta platea di soggetti che possono accedere al nuovo contributo del decreto Ristori ma che non potevano accedere a quello del precedente decreto Rilancio.

Per approfondire l’argomento clicca e ascolta il podcast di QuiFinanza a cura del Dottor Davide Giampietri, Dottore Rag. Commercialista, Revisore Legale, in collaborazione con Fisco7.
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