2020-47 - L'Uscita di Mustier e le Ragioni dello Stato Banchiere

1 dic 2020 · 3 min. 13 sec.
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Testo:
Jean Pierre Mustier ha reso noto che lascerà il proprio ruolo amministratore delegato di Unicredit alla scadenza del mandato previsto per il prossimo mese di aprile.
La notizia si presta a diverse speculazioni in particolare con riferimento al fatto che il governo italiano starebbe cercando di vendere la propria partecipazione nel Monte dei Paschi di Siena mentre il manager francese era da sempre restio alle ipotesi di aggregazioni domestiche.
Sul versante opposto si proponeva invece di scindere le attività italiane da quelle estere per ottenere da una doppia quotazione benefici che gli analisti hanno stimato in circa 3 miliardi. Alla base di questo progetto c’è la constatazione che la quotazione in borsa della banca di piazza Gae Aulenti viene penalizzata dalla collocazione in Italia della sede legale dell’istituto. A tal proposito, nonostante il corposo pacchetto di incentivi proposto dal governo, non è difficile immaginare quale possa essere il risultato di una ipotetica aggegazione tra MPS e Unicredit.
Al netto dei tecnicismi e delle considerazioni sul risiko bancario nostrano rimangono alcune considerazioni sulla politica ed economia del nostro paese,
Come già spiegato su questo podcast il salvataggio di MPS è costato ai contribuenti 5 miliardi con il primo salvataggio che a fronte delle quotazioni odierne sono stati in larga misura bruciati. Almeno altri 5 tra aumento di capitale e benefici fiscali saranno necessari insieme a uno scudo contro le cause passive pendenti per 9 miliardi per rendere teoricamente vendibile l’istituto.
Oggi con l’uscita di Mustier diventa più probabile che l’onere di continuare la ristrutturazione dell’istituto senese passerà dal governo al settore privato nel quale tuttavia sono frequenti ingerenze per le quali gli istituti sani vengono chiamati a soccorrere quelli in difficoltà in ottica mutualistica.
Dunque l’ingerenza dello stato che gioca a fare il banchiere dopo essersi manifestata in modo diretto con i vari salvataggi sembra esprimersi anche in modo indiretto stroncando le aspirazioni internazionali dell’unico grande gruppo bancario del paese con una vocazione globale.
Questo vuol dire che ai danni materiali patiti dai contributi per sostenere i salvataggi di stato si aggiungerà forse la beffa di ritardare ulteriormente il processo di modernizzazione del sistema bancario diventato ancora più urgente in seguito alla pandemia.
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Autore Massimo Famularo
Organizzazione Massimo Famularo
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